Le riparazioni

Abbiamo già affrontato l’argomento “riparazioni” da diversi punti di vista: tempi, costi, garanzie, ricambi, ma una cosa in decenni di attività non abbiamo ancora compreso: perché alcuni clienti desiderino indietro, a riparazione eseguita, le vecchie, logore parti di ricambio sostituite. Non credo che gli stessi pretendano, parlando di auto o moto, la restituzione di filtri dell’olio vecchi nel caso di un cambio d’olio o un paraurti ammaccato e sostituito dal carrozziere, o un fanale rotto. Che dire, poi, di farsi restituire le gomme lisce o il rubinetto del bagno che gocciava? Quindi perché nel caso dell’orologio i clienti sentono questo irrefrenabile desiderio? Probabilmente non si fidano dell’orologiaio che dichiara di aver sostituito un quadrante, una leva del cronografo, un asse del bilanciere o una massa oscillante? Lo desiderano perché considerano un ricambio logoro una reliquia da incorniciare? Pensano che in caso di una eventuale vendita mostrando i ricambi usati e sostituiti possano dimostrare un lavoro realmente eseguito e quindi ricavarne un adeguato indennizzo? Eppure non mi è mai capitato, in un’asta, di vedere ricambi usati allegati a un orologio in vendita, sebbene riparato, e neanche leggerlo sulle centinaia di annunci presenti su riviste o in internet. Inoltre, un ricambio usato non è neanche adatto per un eventuale riutilizzo (altrimenti perché sostituirlo) e quindi averlo indietro potrebbe servire, al massimo, a rifilare un “bidone” al malcapitato di turno in cerca di ricambi originali non reperibili. C’è da dire, infine, che alcune Maison svizzere in caso di sostituzione di alcuni accessori riguardanti l’estetica dell’orologio danno il ricambio solo restituendogli quello usurato, altre lo restituiscono ma dopo averlo “punzonato” e reso inservibile onde evitare circoli viziosi di ricambi usati e quindi in questi casi la restituzione al cliente diventa complicata se non impossibile.

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