Per l’orologio l’acqua può essere un elemento veramente “pericoloso”. Spesso, ma specialmente nel periodo estivo, gli orologi arrivano nei nostri negozi come dei veri micro acquari, ovviamente senza pesci. Vorrei a tal proposito fare una premessa: quando un cliente sceglie un orologio, è obbligatorio da parte del rivenditore comunicargli le caratteristiche tecniche. A volte, poi, facendo tesoro dell’esperienza maturata nel settore, si danno dei consigli preziosi per la durata e la buona riuscita del prodotto, che non sono allineati alle indicazioni scritte su alcuni libretti d’istruzioni in dotazione. Esempio: quando una Casa produttrice dice che un cronografo ha delle buone caratteristiche di impermeabilità va specificato al cliente che se il modello non presenta fondo, pulsanti e corona a vite, è rischioso persino lavarsi le mani con l’orologio al polso (pericolosissimi i getti d’acqua potenti di alcuni rubinetti). È sempre meglio consigliare, quindi, in base alle reali esigenze del cliente, l’ orologio adeguato. Va ricordato, ad esempio, che un segnatempo subacqueo per la regolamentazione svizzera è un orologio in grado di resistere ad una pressione di almeno 10 atmosfere, e di superare il test in acqua ad una pressione minima di 12,5 bar con una temperatura di 18 gradi; nonostante ciò bisogna sapere comunque che pur avendo superato queste prove e meritando il termine subacqueo, questo orologio non dovrà essere usato per fare bagni o docce calde e meno che mai nel bagno turco o in sauna! Se queste specifiche non vengono date al cliente al momento dell’acquisto è chiaro che questi, sapendo di avere un orologio in grado di andare sott’acqua, penserà che se resiste a tanto figuriamoci ad una semplice e quotidiana doccetta calda… Ed ecco apparire un primo appannamento del vetro, seguito da goccioline tipo rugiada all’interno e, se continuiamo a fare docce, finalmente “l’acquario da polso”. Se poi l’orologio è, sempre per la terminologia svizzera, solo “étanche”, ovvero genericamente protetto da polvere o schizzi accidentali d’acqua, sarà meglio usarlo per una buona camminata all’aria aperta in montagna, piuttosto che in riva al mare. Si dovrà dire che per un uso quotidiano l’orologio impermeabile è certamente più resistente di un elegantissimo ultrapiatto, ma… Niente più. Troppo spesso vedo persone in spiaggia con orologi semplicemente impermeabili, niente corone o fondelli a vite, giocare con la sabbia insieme ai loro pargoli e poi magari nell’acqua salata, a sciacquare le palette o i secchielli. Chiaramente potrà capitare di vederli dall’orologiaio a protestare per l’acqua entrata nel loro strumento vendutogli per “impermeabile”. Per concludere, sia per i subacquei che per gli impermeabili fare assolutamente i controlli periodici delle guarnizioni (annualmente, meglio se prima dell’estate), lavarli per bene in acqua dolce dopo il bagno in mare, portarli in assistenza dopo urti o cadute accidentali, verificare eventuali segni profondi sui vetri, e chiedere consigli agli esperti in caso di dubbi.