Pirateria svizzera

Pirateria svizzera

VITA DA CRONISTA

(by G.G. – L’OROLOGIO 163)

Nel dicembre del 2005, durante un’intervista a Nick Hayek (CEO di Swatch Group e figlio di Nicolas G. Hayek, Presidente e fondatore dello stesso), gli chiedemmo se corrispondeva al vero la notizia che al di fuori della sua stanza di lavoro, nella sede Swatch Group di Biel, sventolasse una bandiera pirata, e perché. Questa la sua risposta: “Sì. Perché io penso che le regole non sono lì per essere subito accettate perché esiste una regola: perché qualcosa deve essere fatto così! Questo a me non sta bene. Io voglio sapere perché le regole esistono, la loro ragione. Un pirata ha la tendenza a non accettare le regole che non vanno bene per lui.”.

Ciononostante, forse per il nostro congenito scetticismo, forse perché con tutta la buona volontà non ci riusciva di immaginare una bandiera pirata sventolare nel cielo industriale di Biel, il dubbio continuava a dimorare nel vostro cronista orologiero. È per questo che Paolo Gobbi, in partenza per Biel per intervistare nientemeno che Nicolas G. Hayek (vedi L’OROLOGIO 163, pagina 56), si è sentito rivolgere una particolare richiesta: una foto della fantomatica bandiera. Ebbene, la bandiera c’è (con tanto di logo Swatch!), ed ecco pubblicata la prova. C’è da credere, quindi, che Nick Hayek non scherzasse neanche sulla sua allergia alle regole. Chissà cosa ne pensano gli impiegati dello Swatch Group e, ancor di più, i compassati abitanti della svizzera Biel.

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