L’automatismo di carica

Molte persone sono portate a credere che il funzionamento degli orologi automatici sia una sorta di moto perpetuo e che, conseguentemente, sia sufficiente allacciare il segnatempo al polso per vederlo ripartire senza problemi. Ma la realtà è diversa. Ogni orologio funziona regolarmente fin quando il bariletto conserva energia pari a circa un terzo dell’autonomia totale. In pratica, un modello meccanico che abbia un’autonomia complessiva di 40 ore potrà funzionare con regolarità per circa 26 ore, dopodiché si manifesteranno delle irregolarità – anche considerevoli – nella costanza di marcia.
Il sistema di ricarica è in grado di funzionare correttamente se il segnatempo è al polso di una persona mediamente dinamica; accade spesso che persone non più giovanissime oppure abituate a passare parecchio tempo dietro una scrivania non compiano movimenti sufficienti a immagazzinare nel bariletto energia eccedente quella indispensabile per il corretto funzionamento. Si verificano, in tal modo, comportamenti anomali dell’orologio, come periodici ritardi alternati a inspiegabili anticipi. Sarà allora bene provare a caricare a fondo il segnatempo manualmente, oppure indossarlo al polso destro (al sinistro, per i mancini), che generalmente viene mosso più spesso e più energicamente. Se il difetto scompare, dobbiamo prendere atto che il problema non dipende dall’orologio. In questo caso, la soluzione migliore è di acquistare un apposita scatola con rotore da utilizzare durante le ore notturne per mantenere sempre in carica l’orologio.

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