Editoriale L’Orologio 187

Non siamo soliti “laciare i discorsi a metà”, ma se avete letto l’editoriale del numero 187 de L’Orologio vi sarete sicuramente accorti che al tema trattato,  sulle regole del mercato orologiero (una sorta di piccolo “vademecum” per aiutarvi a meglio orientarvi in questo mondo), mancava un’ovvia conclusione. Ci scusiamo con voi per l’evidente svista, in quanto il pezzo conclusivo di tutto il discorso è irrimedialmente saltato nel momento di andare in stampa.

Ecco perché ripubblichiamo qui sul Blog l’editoriale completo:

Un po’ di chiarezza
Come tutti i mercati, quello dell’orologeria ha le sue regole scritte e non scritte. I suoi molti attori. I suoi luoghi e i suoi meccanismi. Che l’Orologio dal 1992 si impegna a illustrare e sviscerare, per aiutarvi a meglio orientarvi in questo mondo.
Il mercato dell’orologeria è vasto e molto vario. Il prodotto orologio ha un prezzo che va dai 20 a circa 1.000.000 (se non oltre) di euro. È difficile per chiunque farsi un quadro preciso di questo scenario. In questo immenso range di prezzi, ovviamente, ci sono fasce più o meno competitive. È facile comprendere che il gioco si fa più duro in una fascia di prezzo compresa fra i 1.000 e i 5.000 euro, piuttosto che fra i 300.000 e i 900.000 euro, dove il numero di pezzi venduti è proporzionalmente inferiore. l’Orologio vi ha abituati a scoprire ogni mese una selezione degli orologi che sono sul mercato, con recensioni di modelli quasi esclusivamente meccanici e di un livello qualitativo interessante in rapporto alla loro categoria di prezzo. Un occhio di riguardo è sempre stato mantenuto per le novità, ovvero per quegli orologi che le Case presentano alla stampa con un po’ di anticipo sulla distribuzione vera e propria, in modo da consentire di farvi un’idea del prodotto lasciandovi a disposizione il tempo necessario a ricercarlo, ordinarlo o solo studiarlo.
I nostri articoli non sono sempre e soltanto finalizzati a promuovere l’acquisto degli orologi (visto che noi personalmente non li vendiamo), ma a fare informazione e diffondere la cultura dell’orologio: ovvero, a fornire agli appassionati gli strumenti utili a un acquisto consapevole.
In quest’ottica si pongono, ad esempio, le nostre rubriche “Esperti di diventa”; “Un futuro da collezione” e “Quanto vale”, scritte da noti esperti del settore. Se “Quanto vale” e “Un futuro da collezione” sono pagine in cui forniamo suggerimenti per un acquisto in funzione del suo futuro valore sul mercato dell’usato (o, come si usa dire, del vintage), “Esperti si diventa” ha un’ambizione più ampia. Nella pagina di “Esperti”, come la chiamiamo in redazione, vogliamo illustrare i meccanismi del mercato dell’orologeria, per permettervi di godere appieno dell’esperienza di conoscere, valutare e comprare il miglior orologio per voi. Gli argomenti transitati su questa pagina sono i più disparati: i mercatini, la scelta del riparatore, il leasing, riconoscere i falsi, come e perché incidere un orologio, i quadranti Rolex vintage, il deprezzamento, gli orologi al mare, la garanzia, le vendite tra privati, l’acquisto all’estero, l’asta silenziosa… Pur avendone omessi molti, si può già notare come messi tutti insieme questi articoli possano costituire un piccolo vademecum all’acquisto dell’orologio.
Un altro tema molto interessante che abbiamo trattato è quello dei reseller. Cos’è il reseller? Niente altro che quello che una volta veniva chiamato “parallelista”. È quel mercante che riesce a procurarsi gli orologi nuovi attraverso vie che bypassano la distribuzione ufficiale e, spesso, a proporli a prezzi inferiori a quello di listino, con sconti che possono andare dal 10% fino al 40% e oltre. Ovviamente l’esistenza di un mercato parallelo danneggia in parte la distribuzione ufficiale, ma è un fenomeno quasi inevitabile, soprattutto per quei marchi e modelli la cui richiesta supera l’effettiva disponibilità sui canali ufficiali. Acquistare dai reseller non è illegale, ma bisogna ricordare che questi negozi, pur vendendo gli orologi unitamente alla loro garanzia originale, non possono “garantire ufficialmente” la vendita alla stessa maniera di un concessionario autorizzato. Questo può provocare dei seri problemi nel caso di un malfunzionamento dell’orologio stesso, che potrebbe non essere riconosciuto come di regolare importazione dal distributore italiano e quindi essere inviato per la riparazione direttamente presso la sede principale del produttore, con tempi e costi che lievitano di conseguenza.
Dove prendono gli orologi i reseller? Spesso si tratta di merce che rientra sul nostro mercato da Paesi esteri, dove quel determinato modello è meno ricercato che da noi, ad esempio. Altre volte gli orologi provengono dalla rete dei concessionari ufficiali, che possono in questa maniera aumentare il loro volume di vendita e liberarsi di pezzi per loro “scomodi”, per i quali non dispongono della clientela adeguata. Insomma, i modi sono molti e lo scenario è vasto, soprattutto perché molto ampia è l’offerta di modelli di orologi da parte dei produttori, non tutti adeguati a essere assorbiti bene dal mercato.
Questa varietà e vastità dell’offerta danneggia il consumatore? Noi crediamo di no. Sempre che il consumatore, appunto, disponga degli strumenti per valutare il suo acquisto. Strumenti che noi siamo in grado di fornirgli, con un lavoro che mira a costruire piuttosto che a distruggere.
Non vogliamo certo dire che nel mercato orologiero non vi siano difetti. I problemi ci sono, come in ogni settore. E come in ogni campo, esistono persone più o meno competenti. Ed esiste un ricambio, sia a livello della distribuzione al dettaglio che del management delle Case, che è naturale e salutare per tutto il sistema e dal quale nasce un’offerta che varia in base al momento storico, all’identikit del consumatore tipo e al livello di servizio richiesto dal cliente finale, che sta diventando sempre più esigente. Anche grazie all’informazione di una stampa specializzata indipendente, che opera nel settore da oltre venti anni.

Un po’ di chiarezza

Come tutti i mercati, quello dell’orologeria ha le sue regole scritte e non scritte. I suoi molti attori. I suoi luoghi e i suoi meccanismi. Che l’Orologio dal 1992 si impegna a illustrare e sviscerare, per aiutarvi a meglio orientarvi in questo mondo.

Il mercato dell’orologeria è vasto e molto vario. Il prodotto orologio ha un prezzo che va dai 20 a circa 1.000.000 (se non oltre) di euro. È difficile per chiunque farsi un quadro preciso di questo scenario. In questo immenso range di prezzi, ovviamente, ci sono fasce più o meno competitive. È facile comprendere che il gioco si fa più duro in una fascia di prezzo compresa fra i 1.000 e i 5.000 euro, piuttosto che fra i 300.000 e i 900.000 euro, dove il numero di pezzi venduti è proporzionalmente inferiore. l’Orologio vi ha abituati a scoprire ogni mese una selezione degli orologi che sono sul mercato, con recensioni di modelli quasi esclusivamente meccanici e di un livello qualitativo interessante in rapporto alla loro categoria di prezzo. Un occhio di riguardo è sempre stato mantenuto per le novità, ovvero per quegli orologi che le Case presentano alla stampa con un po’ di anticipo sulla distribuzione vera e propria, in modo da consentire di farvi un’idea del prodotto lasciandovi a disposizione il tempo necessario a ricercarlo, ordinarlo o solo studiarlo.

I nostri articoli non sono sempre e soltanto finalizzati a promuovere l’acquisto degli orologi (visto che noi personalmente non li vendiamo), ma a fare informazione e diffondere la cultura dell’orologio: ovvero, a fornire agli appassionati gli strumenti utili a un acquisto consapevole.

In quest’ottica si pongono, ad esempio, le nostre rubriche “Esperti di diventa”; “Un futuro da collezione” e “Quanto vale”, scritte da noti esperti del settore. Se “Quanto vale” e “Un futuro da collezione” sono pagine in cui forniamo suggerimenti per un acquisto in funzione del suo futuro valore sul mercato dell’usato (o, come si usa dire, del vintage), “Esperti si diventa” ha un’ambizione più ampia. Nella pagina di “Esperti”, come la chiamiamo in redazione, vogliamo illustrare i meccanismi del mercato dell’orologeria, per permettervi di godere appieno dell’esperienza di conoscere, valutare e comprare il miglior orologio per voi. Gli argomenti transitati su questa pagina sono i più disparati: i mercatini, la scelta del riparatore, il leasing, riconoscere i falsi, come e perché incidere un orologio, i quadranti Rolex vintage, il deprezzamento, gli orologi al mare, la garanzia, le vendite tra privati, l’acquisto all’estero, l’asta silenziosa… Pur avendone omessi molti, si può già notare come messi tutti insieme questi articoli possano costituire un piccolo vademecum all’acquisto dell’orologio.

Un altro tema molto interessante che abbiamo trattato è quello dei reseller. Cos’è il reseller? Niente altro che quello che una volta veniva chiamato “parallelista”. È quel mercante che riesce a procurarsi gli orologi nuovi attraverso vie che bypassano la distribuzione ufficiale e, spesso, a proporli a prezzi inferiori a quello di listino, con sconti che possono andare dal 10% fino al 40% e oltre. Ovviamente l’esistenza di un mercato parallelo danneggia in parte la distribuzione ufficiale, ma è un fenomeno quasi inevitabile, soprattutto per quei marchi e modelli la cui richiesta supera l’effettiva disponibilità sui canali ufficiali. Acquistare dai reseller non è illegale, ma bisogna ricordare che questi negozi, pur vendendo gli orologi unitamente alla loro garanzia originale, non possono “garantire ufficialmente” la vendita alla stessa maniera di un concessionario autorizzato. Questo può provocare dei seri problemi nel caso di un malfunzionamento dell’orologio stesso, che potrebbe non essere riconosciuto come di regolare importazione dal distributore italiano e quindi essere inviato per la riparazione direttamente presso la sede principale del produttore, con tempi e costi che lievitano di conseguenza.

Dove prendono gli orologi i reseller? Spesso si tratta di merce che rientra sul nostro mercato da Paesi esteri, dove quel determinato modello è meno ricercato che da noi, ad esempio. Altre volte gli orologi provengono dalla rete dei concessionari ufficiali, che possono in questa maniera aumentare il loro volume di vendita e liberarsi di pezzi per loro “scomodi”, per i quali non dispongono della clientela adeguata. Insomma, i modi sono molti e lo scenario è vasto, soprattutto perché molto ampia è l’offerta di modelli di orologi da parte dei produttori, non tutti adeguati a essere assorbiti bene dal mercato.

Questa varietà e vastità dell’offerta danneggia il consumatore? Noi crediamo di no. Sempre che il consumatore, appunto, disponga degli strumenti per valutare il suo acquisto. Strumenti che noi siamo in grado di fornirgli, con un lavoro che mira a costruire piuttosto che a distruggere.

Non vogliamo certo dire che nel mercato orologiero non vi siano difetti. I problemi ci sono, come in ogni settore. E come in ogni campo, esistono persone più o meno competenti. Ed esiste un ricambio, sia a livello della distribuzione al dettaglio che del management delle Case, che è naturale e salutare per tutto il sistema e dal quale nasce un’offerta che varia in base al momento storico, all’identikit del consumatore tipo e al livello di servizio richiesto dal cliente finale, che sta diventando sempre più esigente. Anche grazie all’informazione di una stampa specializzata indipendente, che opera nel settore da oltre venti anni.

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