Ancora sugli acquisti in Rete…

Ancora sugli acquisti in Rete...

Torniamo a parlare degli acquisti online riproponendo un articolo curato da Paolo Gobbi per la rubrica “Esperti si diventa” e pubblicato su L’OROLOGIO n.169 (Luglio 2008).

Le statistiche che periodicamente appaiono sui quotidiani evidenziano sempre, e senza ombra di dubbio, la scarsa fiducia che gli acquirenti italiani ripongono verso gli acquisti via Internet. Si tratta di una diffidenza che nasce da lontano, dalle vendite per corrispondenza che mai sono riuscite da noi a divenire fenomeno di massa, e forse anche da una nostra cattiva coscienza provocata da anni di piccole infrazioni alla legge che più o meno avalliamo anche nella nostra vita quotidiana. La palese diffidenza verso un sistema giuridico che non sanziona mai pienamente chi ruba o truffa ha fatto sì che ormai si dia quasi per scontato che dietro a ogni acquisto debba nascondersi un piccolo o grande tranello. I tanti fatti di cronaca, le truffe cui assistiamo quotidianamente, l’utilizzo della fiducia altrui per proprio stretto tornaconto, stanno poi lì a ricordarci, giorno dopo giorno, che le cautele non sono mai abbastanza e vanno sempre prese tutte.

Quando poi guardiamo al nostro mondo orologiero, è impossibile non intravedere le mille trappole che si presentano nel momento in cui si scelga di acquistare un segnatempo al di fuori dei tradizionali canoni di vendita, oppure se l’acquisto riguarda un pezzo usato o d’epoca. In questo caso la fiducia verso il venditore e, di contro, quella verso l’acquirente, diventano elementi assolutamente imprescindibili per il buon risultato finale. Tanto più che la tradizionale figura del mercante è sempre più spesso sottovalutata e messa in secondo piano. Questo accade quasi sempre in nome della ricerca del prezzo più basso e dell’affare più conveniente, della furbata, che porta l’acquirente a non “usare” il commerciante sul mercato da decenni e quindi dotato delle migliori garanzie, avvantaggiando invece vendite extracontinentali, spesso procacciate via Internet e spronate dal miraggio, come minimo, dell’evasione delle spese doganali.

Il risultato di tanta approssimazione, del credere in credenziali fasulle oppure rapidamente costruite ad arte, sono quelle truffe delle quali spesso molti si dolgono, ma che altro non sono che il risultato di una scarsa accortezza e correttezza nel momento della vendita o dell’acquisto. Come fare poi a denunciare un truffatore quando l’acquirente per primo se ne stava facendo uso per evitare di pagare l’IVA, oppure per far entrare in Italia un oggetto sostanzialmente di contrabbando? Come fare a portare in giudizio il venditore di un segnatempo rubato, quando l’acquirente non solo non aveva preteso delle garanzie formali, ma neanche si era informato sulla provenienza dell’oggetto medesimo? In definitiva, alle volte l’impressione è che i truffatori trovino i loro migliori bersagli proprio in coloro i quali vogliono essere truffati.

In foto un classico Rolex DateJust Ref. 16220 in acciaio.

Rolex, Audemars Piguet e Omega sono tra i marchi più scambiati sul mercato dell’usato e dell’epoca. Attenzione, però, non solo a non cadere nelle truffe, ma anche a non andarsele a cercare.

it_IT