Inevitabili discussioni

Vorremmo dedicare questo spazio sempre alle questioni legate al dopo vendita, ma con un occhio rivolto alle Case costruttrici e in particolare al loro controllo qualità. Normalmente, dopo l’assemblaggio di un orologio, l’orologiaio procede alla fase denominata controllo qualità, ovvero si accerta scrupolosamente che tutto quanto fatto per costruire l’ennesimo capolavoro funzioni perfettamente. Vi possiamo assicurare – in quanto l’abbiamo visto fare più volte e in varie manifatture – che i controlli vengono eseguiti con le stesse attenzioni avute durante ogni fase della costruzione e fatti sia visivamente che con l’aiuto di sofisticate apparecchiature in grado di testare regolarità di marcia, funzioni cronografiche, scatto del datario, suono perfetto della ripetizione, ampiezza di oscillazione, precisione, impermeabilità, con un visto finale che ne sancisce la perfezione. Purtroppo alcune rare volte un difetto può essere riscontrato anche negli orologi più prestigiosi, questo perché la perfezione assoluta ancora non esiste e perché tutto è fatto a mano. Anche se l’occhio e la macchina più precisi effettuano i controlli, ahimè, un piccolo errore può capitare. La cosa che però alle volte sorprende è che su alcuni modelli – sebbene con numeri modesti – si verifichino difetti ricorrenti. Ovvio che vengano segnalati e altrettanto vero che le cose vengano risolte ma ci viene spontaneo chiederci perché ciò accada. Abbiamo detto che un piccolo errore può capitare, ma nei casi che citiamo il difetto è sempre lo stesso. Due gli esempi che ci sono rimasti più impressi: i pulsanti del cronografo di una marca “piuttosto” conosciuta e le viti del bracciale di un’altra “appena” nota, che continuavano a svitarsi con il rischio, nel caso del bracciale, di perdere l’oggetto, assai costoso. È comprensibile che un eventuale difetto sulla tecnica delle viti sia difficile da scoprire nella fase del controllo di qualità finale: in quel momento le viti sono ben serrate, e la filettatura, quando si è verificata la singola vite era perfetta, allora cos’è che non va? Viti e sempre viti, ne abbiamo già parlato in passato, e allora… quando troveremo il modo sicuro e duraturo per evitare che si “sciolgano”? Nei casi citati il pulsante era tenuto da una vite interna e il bracciale da una vite sottile ma con impanatura sufficiente e in nessuno dei due casi la cosa si è risolta in modo così immediato. Eppure in un’altra Maison abbiamo assistito a prove stressanti fatte con utensili e apparecchiature create dall’uomo preposto a “sfasciarli”e a “stressarli” all’infinito. E allora ben venga ogni mezzo che giustifichi il fine, anche se bizzarro. Un fatto curioso visto con i nostri occhi? Orologio alto di gamma, una serie speciale: quanti occhi lo avranno guardato attentamente, scrutato in ogni parte. Eppure sul quadrante aveva due indici 3: chi oggi lo possiede ha in mano una vera rarità!

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