La rimozione dei graffi

Uno dei compiti quotidiani cui siamo chiamati, per dare un corretto servizio ai clienti, è la rimozione dei graffi, ossessione della maggior parte dei possessori di orologi. Nel caso specifico, più che di “assistenza” al cliente parlerei di “conforto”, perché di questo si tratta. Non avete idea delle espressioni di sgomento dei clienti quando, togliendosi l’ orologio dal polso, ci mostrano la “cicatrice” causata da un urto contro un materiale più duro. Spesso, possedere il sogno della propria vita fa sì che il possessore di tale bene desideri preservarlo “immacolato”. Il graffio, quindi, è visto come una profanazione e, di conseguenza, mal tollerato. Puntualmente, si tratta di segni impercettibili, nelle parti più nascoste di un bracciale o di una cassa, che non sfuggono però agli occhi dei loro possessori, intenti a scrutare l’orologio più volte al giorno. La maggior parte dei proprietari di un orologio, per assurdo, guarda più alla perfezione estetica dello stesso che alla sua funzionalità; poco male se anticipa o ritarda, ma guai se appare un segno a profanare l’oggetto. In un buon laboratorio e nelle mani di un tecnico specializzato, i graffi possono essere rimossi senza problemi. Questo però non deve far pensare che l’operazione possa ripetersi in modo sistematico. Il trattamento di lucidatura completa il servizio di revisione, ma si pone il problema per quei “pignoli” che non sopportano facilmente il “segnetto” che può comparire sull’orologio tra una manutenzione e l’altra. Il nostro consiglio è di non stressare troppo il proprio segnatempo con frequenti lucidature che, eseguite con spazzole e prodotti abrasivi, possono modificare, seppur in modo lieve, la geometria di casse o bracciali, in particolare di quelli con spigoli vivi. Meglio sopportare il graffietto che andare a causare ulteriori danni. Va considerato, inoltre, che per effettuare una lucidatura seria dovranno essere rimossi il movimento ed il vetro dalla cassa, quindi sostituite le guarnizioni e rifatti i dovuti test di impermeabilità prima di rimontare il tutto. Diventa quindi evidente perché sia consigliabile attendere sempre e comunque il momento della revisione. Non sempre il processo di eliminazione del graffio termina con la lucidatura; ad esempio, gli orologi in oro bianco necessitano altresì di un trattamento finale di rodiatura, che oltre ad essere costoso, andrà eseguito direttamente dalla Case madre, o da un laboratorio che di rodiature serie se ne intenda. D’altro canto, le casse in oro lucido, come dico spesso, si rigano al solo guardarle, e alle volte può essere sufficiente passarci un panno inadatto per provocare delle antipatiche striature. Sempre per dirla a modo mio, è come indossare un abito chiaro: è molto bello, ma starà spesso in tintoria. Purtroppo, c’è sempre chi, non tollerando proprio la vista di quel graffio e non dissuaso dai nostri consigli, decide di porvi rimedio affidandosi a mani poco esperte, con le solite conseguenze negative sull’orologio, dimostrando alla fine di non amarlo poi così tanto. Alcuni giorni or sono un cliente ha tentato di lucidare la lunetta graduata del suo cronografo in acciaio con una pasta abrasiva e, sebbene ci fosse andato “con mano leggera”, ha inevitabilmente prodotto una serie di mini striature sulla stessa. Un pessimo risultato, considerando che l’orologio aveva solo sei mesi di vita, e tutto questo per la sua voglia “maniacale” di eliminare un invisibile segnetto. Quindi, con il rischio di ripetermi, concludo consigliando anche ai più “maniaci” di rassegnarsi a sopportare gli inevitabili graffi sul proprio amato orologio, non vivendoli come uno stress, ma imparando a considerarli tracce di vita, vissuta insieme al proprio compagno di polso col quale si sono condivise gioie e avventure…

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