Non dimentichiamo L’Aquila – L’incredibile storia di un lettore

La casa del nostro lettore dell'Aquila, completamente distrutta dal terremoto
La casa del nostro lettore dell'Aquila, completamente distrutta dal terremoto

Sul numero 184, da oggi in edicola, la rubrica delle Lettere ospita una testimonianza molto particolare. Ci è giunta da un nostro lettore dell’Aquila e merita uno spazio anche qui sul nostro Blog. Perché ha dell’incredibile nei particolari, ma soprattutto per non dimenticare che L’Aquila è un pezzo d’Italia che deve tornare a vivere e che non deve essere dimenticata.

Riportiamo sia la prima lettera, sia la risposta del lettore alla sua pubblicazione.

Gentili Signori de L’Orologio,

mi chiamo Massimo Volpe, sono un appassionato di orologeria e grande estimatore del marchio Omega e Vi scrivo per raccontarVi un episodio della mia vita che ha avuto come protagonisti tre orologi Omega.

Sono nato e vivo a L’Aquila, la città tristemente nota a tutto il mondo per il terribile terremoto che l’ha devastata la notte del 6 aprile. Quella notte la casa in cui vivevo con la mia famiglia crollata portando via sacrifici e ricordi di una vita. In trenta lunghissimi secondi un palazzo in cemento armato di cinque piani era ridotto ad un enorme cumulo di polvere e macerie. In meno di un minuto il terremoto aveva completamente stravolto la mia vita, non avevo più nulla, l’unica cosa che avevo fatto salva era la mia vita. E per puro miracolo.

A sei mesi dal terremoto ha avuto inizio la rimozione delle macerie del palazzo in cui vivevo e noi eravamo tutti lì nella speranza di recuperare almeno qualche piccolo quanto prezioso ricordo. Niente da fare purtroppo. Tutto era andato irrimediabilmente ed indistinguibilmente perduto, nulla sarebbe mai più tornato alla luce.

Ma un giorno mentre si scavava accaduto qualcosa che non dimenticherò: dopo essere stati sommersi per mesi da tonnellate e tonnellate di macerie, riemergono all’improvviso un Omega Speedmaster Professional “Moonwatch”, un Seamaster “Aquaterra”, un De Ville “Prestige”. Non credevo ai miei occhi, erano i miei orologi ed avevano superato indenni, senza neppure un graffio, un simile disastro! Da quell’enorme cumulo di macerie nulla si era salvato ma nonostante ci quando li ho presi tra le mani hanno ripreso a camminare. Come se nulla fosse successo!

Testato sulla Luna come negli abissi più profondi, ho pensato che un orologio Omega in grado di resistere anche ad un terremoto. E devo dire con grande successo!

Purtroppo ho perso le scatole dei miei orologi e mi piacerebbe molto poterle riavere. Non essendo purtroppo riuscito a trovare nessun indirizzo e-mail o contatto diretto con Omega, vorrei cortesemente chiederVi se almeno Voi siete in grado di indicarmi come posso fare per riaverle.

Vi ringrazio fin d’ora per l’attenzione.

Con i migliori saluti.

Massimo Volpe

Gentilissima Dody Giussani,

Desidero per prima cosa ringraziarLa per l’attenzione da Lei mostrata nei miei confronti e per lo spazio dedicato alla mia storia nella Sua rivista.

Grazie per la vicinanza affettiva da Lei dimostrata nei miei confronti e grazie anche per il Suo “in bocca al lupo” per il futuro. Il nuovo anno sarà decisivo per me, la mia città e la mia gente. Tra alti e bassi, speranze e disillusioni  c’è comunque tanta voglia di ricominciare e di ricostruire, ci sono aspettative e speranze per il futuro che ci si augura non vengano tradite dalle istituzioni e dal governo della fase post-emergenza. Certo, le difficoltà sono parecchie e sempre di nuove; senza più una casa ed un lavoro il mondo si guarda con occhi diversi, ma ad ogni modo bisogna non arrendersi a questa situazione e cercare di guardare al futuro.

Questo è anche quello che sembra volerci dire il motto latino che da sempre accompagna lo stemma e colori della mia città. Colori legati anch’essi al terremoto, mutati -in seguito ad un altro terribile sisma che rase al suolo L’Aquila all’inizio del ‘700- dagli originali bianco e rosso negli attuali nero e verde: il primo in segno di lutto, il secondo in segno di speranza per il futuro. Non cambiò però quel motto latino che accompagnerà per sempre la storia de L’Aquila. “IMMOTA MANET”, vale a dire “Resta ferma, ben salda”. E forse, alla luce dei tanti  terremoti che l’hanno colpita e spesso distrutta nel corso della sua plurisecolare storia (1461 – 1703 – 1750 – 1762 – 1786 – 1791 – 1916 – 1958 – 2009) esso vorrebbe lasciare intendere il desiderio e la capacità dei suoi abitanti di non abbassare la testa ma di risorgere dalla distruzione e dalle macerie.

Grazie ancora una volta per tutto.

Un caro saluto.

Massimo Volpe

La Omega, da noi sollecitata, sta già provvedendo a inviare a Massimo le scatole per i suoi orologi. Una gentilezza che è una goccia nel mare per chi deve ricostruirsi una vita, ma che forse sarà di piccolo aiuto per sperare ancora nel futuro.

In foto, la casa del nostro lettore, completamente distrutta dal terremoto.

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