Il Premio Jaeger-LeCoultre
Glory to the Filmmaker
va ad Abel Ferrara

La Biennale di Venezia e Jaeger-LeCoultre annunciano che è stato attribuito al regista statunitense Abel Ferrara (autore, tra gli altri dei film Pasolini, Il cattivo tenente e King of New York) il premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker della 77esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (2 – 12 settembre 2020), dedicato a una personalità che abbia segnato in modo particolarmente originale il cinema contemporaneo. La consegna del premio ad Abel Ferrara avrà luogo sabato 5 settembre nella Sala Grande (Palazzo del Cinema) alle ore 14, prima della proiezione Fuori Concorso del suo nuovo film, il documentario Sportin’ Life (Italia, 65’), che vede tra gli interpreti lo stessa regista, Willem Dafoe, Cristina Chiriac, Anna Ferrara, Paul Hipp e Joe Delia. A proposito di questo riconoscimento, il Direttore della Mostra Alberto Barbera ha dichiarato: “Tra i molti meriti di Abel Ferrara, apprezzato da tutti a dispetto della fama di regista tra i più controversi del cinema contemporaneo, è la sua indiscussa coerenza e fedeltà a un tragitto personale, ispirato ai principi del cinema indipendente anche quando il regista ebbe l’occasione di confrontarsi con produzione più tradizionali e consolidate. Dai primi film a basso budget, direttamente influenzato dalla scena newyorkese popolata da immigrati, artisti, musicisti, poliziotti e tossicodipendenti, passando per i suoi capolavori universalmente riconosciuti – The King of New York (1990), Bad Lieutenant (1992), e Body Snatchers (1994) – sino agli ultimi lavori, progressivamente più introspettivi e autobiografici, Ferrara ha dato vita un universo personale ed esclusivo. Dai conflitti originali tra colpa ed innocenza, redenzione e religione, peccato e tradimento che prevalgono al lungo nel suo cinema, insieme con la rappresentazione della violenza urbana, notturna e degradata delle metropoli, Ferrara è approdato a riflessioni originali sulla fine del mondo e l’impossibilità di attribuire un senso alle relazioni fra gli individui e la collettività, che lo confermano tra i registi non riconciliati più interessanti del momento”.

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