L’editoriale del direttore

Trecento numeri della rivista fanno riflettere: sono tanti o pochi? Se penso che corrispondono a quasi tre decenni, mi è inevitabile concludere che… Sono tantissimi! Perciò, il mio primo istinto nello scrivere questo editoriale è stato quello di guardarmi indietro. Ma sarebbe stato ingiusto verso le persone che collaborano alla rivista oggi e che invito costantemente, invece, a guardare avanti. Perché il futuro è già qui.

Ad esempio, presto troverete online il nostro sito www.orologioblog.net completamente ripensato, e si rinnovano le attività de L’Orologio Club, con delle belle sorprese per il nostro circolo di appassionati e collezionist. Ho volutamente fatto precedere la definizione di “collezionisti” da quella di “appassionati”, perché L’Orologio Club vuole essere, ed è, un punto di incontro fra persone interessate all’orologeria, non alla speculazione.

Ultimamente il mercato orologiero è diventato terra di conquista da parte di persone attirate dal guadagno facile. C’è evidentemente una grande circolazione di denaro liquido, che ha trovato sfogo nel commercio di orologi. Ecco, quindi, che il consumatore comune si trova a non saper più distinguere fra investimento e speculazione e che nel collezionismo iniziano a circolare molti mercanti e pochi conoscitori. Non si parla più di quegli argomenti che affascinano chi ama l’orologio. Il gusto di scoprire un capolavoro, acquistarlo, goderselo e vederne salire il valore nel tempo (nei tempi adeguati), si è perso. Ma non per sempre.

Sono convinta che tornerà e che i segnali ci siano tutti per la crescita di una nuova generazione di appassionati. Perciò noi perseveriamo, con gli occhi puntati al futuro – e continuiamo a realizzare una rivista dedicata a chi ama l’orologeria. Appassionati veri, di quelli a cui brillano gli occhi davanti a una scheletratura eseguita a mano o al suono cristallino di una ripetizione minuti. Questa è la community che ci piace. Quella che abbiamo costruito in 300 numeri de L’Orologio.

it_IT