Vale di più lo sconto o il servizio?

Cosa dà maggiore spinta all’acquisto: sconto o servizio? È un quesito che poniamo spesso ai collezionisti amici de L’Orologio, fra cui i soci de L’Orologio Club.
Più generalmente parlando, mi chiedo se quella italiana sia una clientela che dà il giusto valore all’esperienza di acquisto, fino a farla prevalere rispetto alla convenienza.

Qualche anno fa si sentivano i negozianti lamentarsi delle continue richieste di sconto da parte di un pubblico attento (a quanto pare) solo al prezzo. Grazie a politiche di controllo da parte delle Case, questo tipo di polemica si è fatta meno pressante, soprattutto se parliamo di prodotti di fascia medio/alta. Mentre il dibattito si sta fortunatamente spostando su un altro versante: il confronto sulla qualità del servizio offerto dai rivenditori, multibrand o monomarca che siano.
Da questo punto di vista, il discorso è articolato: si passa dalla valutazione della professionalità e formazione del personale di vendita a quella della proposta di servizi aggiuntivi.

Sul primo punto, la sensazione è che chi acquista regolarmente orologi di pregio preferisca rivolgersi ai punti vendita tradizionali a conduzione familiare, dove può dialogare direttamente con il proprietario, spesso più esperto e informato di uno store manager, per quanto bravo e preparato. I negozianti italiani, infatti, non di rado hanno rapporti stretti e decennali con le proprietà o i top manager delle Case orologiere e una conoscenza profonda sia della storia che dell’evoluzione recente del mercato.

Per contro, oltre a investire sempre più nella formazione del personale di vendita, i monomarca offrono solitamente servizi aggiuntivi che concorrono a fidelizzare il cliente secondo procedure standard, che danno un maggior senso di sicurezza al compratore abituale. Senza contare che molte boutique si stanno trasformando in veri e propri salotti, adatti a ospitare presentazioni ed eventi, con a disposizione anche pezzi rari normalmente introvabili attraverso altri canali.
La scelta si fa quindi sempre più difficile, e diventa primario scegliere quale valore aggiunto prediligere.

Ma soprattutto, davanti a questi argomenti, ha ancora senso sorvolare sull’esperienza di acquisto per privilegiare il risparmio?

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