Un tempo, l’esclusività di un prodotto si costruiva sul gusto delle persone influenti. Un orologio diventava desiderabile perché era stato visto al polso di Gianni Agnelli e forse solo lui aveva lo stile per poterlo indossare.
Era esclusivo in quanto non se lo potevano permettere tutti, ma non solo in misura del suo prezzo o della sua reperibilità. Semplicemente, cinquant’anni fa esisteva lo stile delle persone comuni e lo stile, non comune, di persone che potevano sfoggiare un anticonformismo elegante che forse non esiste più.
Naturalmente l’emulazione non mancava, ma negli anni ’80 chi imitava l’Avvocato era etichettato come uno yuppie e non aveva nulla di originale. Oggi, lo spirito di emulazione della gente è la leva di ogni campagna di marketing. Con la triste circostanza che le persone influenti, quelle che vorrebbero farci emulare, sono misurate in “follower”: non importa chi sei o cosa fai, ma quanta gente ti “segue”, ovvero ti visualizza su un cellulare mentre viaggia in metropolitana (quando va bene).
La facilità del meccanismo è evidente e di esclusivo, a mio parere, non ha nulla.
Allora, cosa rende un orologio altamente desiderabile nel 2022?
La difficile reperibilità sul mercato? La rivendibilità? La limitazione a priori dei pezzi?
Personalmente, credo che desiderabile ed esclusivo sia quell’orologio che solo noi abbiamo la cultura di comprendere, di valutare e giudicare il prodotto giusto per noi. La effettiva limitazione in termini di pezzi prodotti può diventare un valore aggiunto, così come un particolare che lo leghi a un anniversario, a un’istituzione o semplicemente a un mondo che rappresenta altre nostre passioni. L’importante è che siamo noi stessi a rendere la nostra scelta “esclusiva”.
E voi, cosa ne pensate?
Dody Giussani