Patek Philippe è diventato, senza esagerare, una delle forme di investimento più sicure, a prescindere dal modello. Ma il mercato è sostanzialmente diviso in orologi di secondo polso e d’epoca. La prima categoria è quella in cui si verificano gli sbalzi più eclatanti, come avviene da 2 anni per tutti i Nautilus, mentre nel settore dell’epoca l’andamento è più lento ma molto più costante e affidabile. Non è una differenza da poco e non dipende esclusivamente dall’età dei pezzi, ma anche dalla diversa filosofia di chi si approccia a questo mercato.Ne consegue che il mercato del secondo polso è vivacissimo e in costante evoluzione, poiché è influenzato dal lancio di novità, oltre che dalle mode e anche dai social.
Il caso del Nautilus Tiffany, aggiudicato alla cifra francamente incomprensibile di oltre 6 milioni di dollari lo scorso dicembre, è emblematico. Il mercato del secondo polso, dunque, permette di fare grandi affari, ma il suo andamento emotivo e instabile comporta anche dei rischi.
Tralasciando il Tiffany, che fa storia a sé, qualsiasi Nautilus recente è destinato a triplicare o a quadruplicare il valore. All’asta Phillips di dicembre 2021 a New York, un 5711/1A.010 del 2019, stimato tra i 40.000 e 50.000 dollari, è andato a 280.980 dollari.
Passando al mercato del vintage, le quotazioni stellari non sono rare ma il loro andamento è molto più lento e prevedibile. Per quanto riguarda il Nautilus, il 3700. ad esempio, è già considerato epoca, mentre alcune edizioni speciali o con una storia particolare, entrano di diritto nel settore dell’epoca anche se più recenti.
Come il cronografo rattrapante calendario completo 5004A del 2014, che all’asta Phillips dello scorso novembre a Ginevra è andato a 749.700 franchi svizzeri, con una stima tra i 300.000 e i 500.000 franchi. Un caso raro di aggiudicazione a una cifra superiore alla stima, che difficilmente tornerà ad abbassarsi, al contrario di quanto avviene sul mercato del secondo polso.
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