Recentemente, al VO Vintage di Vicenza, ho avuto il piacere di moderare un talk intitolato “L’identikit del collezionista”.
Durante circa un’ora di conversazione, Jacopo Spangaro, esperto di orologi e – soprattutto – di collezionisti, ha interrogato due appassionati sul loro rapporto con l’orologio. La prima domanda che ha posto è stata: “Qual è la prima cosa che guardi in un orologio?”.
Per ognuno dei due è stato impossibile nominare un solo particolare. Ma entrambi hanno indicato un insieme di cose, che nel particolare definivano due mondi: da una parte, il design e l’aspetto generale, con il quale deve scoccare una sorta di “colpo di fulmine”; dall’altra, il contenuto tecnico, ossia la meccanica custodita all’interno della cassa, che in tutti i suoi componenti deve essere di altissima qualità, finitura e bellezza.
La platea di appassionati in sala si è divisa fra le due “fazioni” e nessuno ha risposto, invece, che ad attrarlo è unicamente il quadrante, il diametro della cassa o il bracciale (per fare degli esempi). Analogamente, può un solo elemento, che siano le dimensioni della cassa o la forma delle lancette, disgustarci tanto da indurci a bocciare del tutto un orologio?
Ogni volta che esce un nuovo modello, i commenti si concentrano regolarmente su quell’unico particolare che a primo impatto non piace: il diametro, la sporgenza della corona, la fibbia… Il punto è che, a mio avviso, oggi si giudica troppo di getto e su carta (o schermo dello smartphone). Fermarsi alla prima impressione è come negarsi l’eventualità di innamorarsi di una donna o di un uomo perché hanno un unico “difetto” che, visto in foto, non ci piace.
Il mio consiglio, per veri appassionati, è quello di interessarsi a un orologio approfondendone la conoscenza, informandosi e, infine, andando a vederlo di persona. Come dico sempre, recatevi nei negozi, alle mostre e alle presentazioni. Osservate gli orologi dal vivo e provateli al polso: è questo il modo migliore di alimentare la propria passione.
Dody Giussani