Editoriale – C’è ancora creatività in orologeria?

Chi è alla ricerca di orologi originali, a volte dovrebbe guardare meglio. Perché uscendo dai propri schemi mentali, di creatività se ne trova tanta.

Una delle critiche all’orologeria che ho ascoltato più di recente è quella che rileva una presunta mancanza di creatività.
Peccato che chi critica sia spesso lo stesso pubblico che davanti a qualcosa di nuovo storce il naso. Se da una parte si celebra il genio di Gérald Genta, che negli anni ’70 disegnò orologi rivoluzionari per l’epoca, dall’altro mi sembra che la storia si ripeta. Come i design di Genta hanno impiegato anni prima di incontrare il gusto del vasto pubblico, noto oggi la stessa difficoltà a lasciarsi incuriosire da orologi meno convenzionali.

Penso ad esempio al Code 11.59 di Audemars Piguet, forse penalizzato dall’ingombrante personalità del Royal Oak, ma inizialmente denigrato da molti.
Oppure a marche che prendono strade originali come quella di Roger Dubuis, che ha rinunciato ai quadranti sui suoi orologi fino ad estremizzare il concetto di orologio scheletrato, e che per questo non è ancora ben compresa.

Diciamo la verità. La creatività in orologeria non manca.
Interessanti sono le collaborazioni con studi di design, come quelli di Rado sulla collezione True Square. Ma anche le trasformazioni di immagine, come quella messa in atto da Ulysse Nardin, in particolare con la collezione Diver e i modelli Diver X.

Oppure la reinterpretazione di simboli, come il rotore di carica posto sul quadrante da Perrelet a ricordare l’invenzione della carica automatica, che negli anni si è trasformato in una turbina. E che dire dello Zeitwerk di A. Lange & Söhne? Forse l’unico orologio digitale meccanico che sia riuscito a riscuotere un successo planetario, sublimando il design del grande datario Lange.

E poi, venendo a marche indipendenti di nicchia, ricordo il concetto del tutto originale degli orologi Ressence e le possibilità aperte da Agenhor con il suo calibro cronografico AgenGraphe, impiegato oggi da Singer e da H. Moser & Cie. La creatività, nello stile e nella tecnica, permea l’orologeria contemporanea. Per apprezzarla basta essere attenti e, ogni tanto, uscire dai soliti schemi.

Dody Giussani

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