Piaget per l’Altiplano Boliviano

blog_2Piaget è da sempre un brand attendo al sociale e lo dimostra ancora una volta sponsorizzando un progetto di telemedicina in Bolivia. Altiplano è la regione del Sud America che ha dato il nome alla celebre collezione di orologi extra-piatti Piaget: si tratta di un’area delle Ande che si estende tra Cile, Argentina, Bolivia e Perù e si trova ad un’altezza media di circa 3750 metri (quasi paragonabile a quella dell’altopiano del Tibet); con i suoi paesaggi asciutti ed essenziali ma straordinariamente affascinanti, è una delle più suggestive meraviglie naturali del pianeta ma è anche una zona dove la sopravvivenza umana è resa difficile dalle enormi distanze, che rendono complesse le comunicazioni soprattutto in situazioni d’emergenza e per l’assistenza medica. Per questo motivo Piaget ha collaborato con gli Ospedali Universitari di Ginevra e la Fondazione Artères per implementare un network di telemedicina nell’Altiplano: partito a fine giugno 2011 con la sigla dell’accordo, il progetto è in pieno sviluppo e ne è addirittura stata decisa l’estensione. “Questo approccio filantropico e umanitario è volto a restituire all’Altiplano – un’area lontana e in condizioni svantaggiate – parte di ciò che esso ha dato alla nostra Maison”, racconta Philippe Léopold-Metzger, CEO Piaget. Si è concretizzato nel progetto Altiplano, un’iniziativa che ha come obiettivo quello di collegare cinque centri medici attraverso una rete internet che renda possibile utilizzare sistemi di tele-assistenza e tele-ultrasuoni, nonché istruire a distanza il personale medico a contatto con i pazienti. Guidata dal Professor Antoine Geissbuhler (in foto), Primario del dipartimento di e-medicina e telemedicina degli Ospedali Universitari di Ginevra, l’iniziativa è divenuta realtà tra giugno e dicembre 2011: tutte le necessarie connessioni sono state implementate, i dispositivi installati, la formazione ben avviata e i siti sono operativi. Secondo Antoine Geissbuhler, “questi strumenti di telemedicina possono migliorare la cura dei pazienti e semplificare la trasmissione di informazioni e know how, senza dover spostare fisicamente il paziente o trasferire lo specialista in questione”.

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