Quasi 200 metri di lunghezza e 67 di larghezza, dieci piani di cui quattro interrati, 600 posti auto, un auditorium per 299 spettatori e perfino un ristorante che ospita ben 880 persone. Quelli del nuovo polo Patek Philippe a Plan-les-Ouates, alle porte di Ginevra, sono numeri impressionanti. Anche gli obiettivi erano altrettanto importanti: lanciando il progetto, Thierry Stern, presidente della manifattura, si era infatti prefissato lo scopo di rispondere al crescente bisogno di spazio dell’azienda e di dotarla di uno strumento produttivo efficace con cui affrontare le sfide di oggi e di domani.
Oltre che per l’imponenza, l’edificio, simile a una grande nave dai volumi essenziali, si distingue per il suo stile contemporaneo fatto di ampie superfici a vetri, passerelle in cemento lucido bianco lungo tutte le facciate e scale di sicurezza color bronzo che ricordano quelle dei palazzi newyorchesi. Senza dimenticare le soluzioni architettoniche che rimandano allo stile degli orologi dell’azienda, come la leggera curvatura orizzontale delle passerelle che ricordano il design ottagonale e arrotondato della cassa del Nautilus oppure i parapetti delle scale che nella forma citano il taglio delle lancette a foglia.
Gli ampi e luminosi spazi interni raggruppano i diversi laboratori dove, ogni anno, vengono prodotti circa 62.000 orologi. Dal piano terra e il primo, dedicati alla fabbricazione e alle finiture manuali dei componenti del movimento, al secondo, dove avvengono lavorazione, lucidatura e montaggio degli elementi di casse e bracciali e incastonatura; dal terzo piano, con gli studi di ricerca e sviluppo e un laboratorio di alta orologeria, fino ai due successivi, con gli spazi per i mestieri dell’alto artigianato, per la formazione degli orologiai e della rete di vendita, un auditorium, un ampio ristorante e diversi saloni. Ambienti che, nonostante il numero di orologi rimarrà limitato, sono stati progettati anche per rispondere alla complessità della produzione.