Occhio alle viti

Sono le piccole cose che concorrono a fare le grandi: questo pensiero, oltre ad essere ben noto, è comune a tanti settori. Occupandoci di orologeria, e in particolare del dopo vendita, vorrei soffermarmi su quel piccolissimo particolare chiamato vite. La vite è un elemento presente negli orologi da sempre non solo all’interno dei movimenti, ma anche all’esterno: nei bracciali, nelle fibbie, sui fondelli, sulle ghiere. La funzione delle viti potrebbe apparire insignificante: così piccole, immobili, una testa e una filettatura, e invece rivestono un ruolo determinante ed essenziale, sostenendo rotori ponti, tiretti, maglie dei bracciali, snodi di fibbie e molto altro. Vengono poi rifinite con vari procedimenti in relazione alle loro specifiche funzioni, nei movimenti “a vista” sono brunite, contribuendo all’abbellimento estetico del movimento. Infine sono spesso, purtroppo, causa di problemi. Alcuni di questi possono presentarsi addirittura poche ore dopo la vendita: a chi non è mai capitato di vedere o sentire che un orologio si sia bloccato subito dopo l’acquisto a causa di una vite rotta o allentata. Le famose viti ferma cassa sono spesso salite sul banco degli imputati, quelle del tiretto svitandosi hanno creato non pochi problemi anche a orologi di alta gamma, con alberi di carica che rimanevano tra le mani degli esterrefatti proprietari. In passato ci è capitato di sentire di un caso in cui la lega della vite non gradiva quella della platina su cui si avvitava e conseguentemente veniva “respinta”, e il povero albero della corona, non più trattenuto, fuoriusciva dal movimento. In un altro caso la vite, una volta estratto l’albero della corona, ad esempio per la rimessa all’ora dell’orologio, tendeva a svitarsi e quindi a far fuoriuscire lo stesso. In ambedue i casi l’esperienza degli orologiai è stata utile. Viti che fissano la massa oscillante all’automatismo non di rado si allentano. In questo caso il rotore, pur restando in sede, si muoverà in maniera errata, creando un rumore percepibile con facilità, non caricherà in maniera adeguata e ovviamente graffierà il ponte sottostante. Dunque cosa fare per prevenire tutto questo? Sarà bene – come consigliamo abitualmente – sottoporre a periodici controlli presso un laboratorio qualificato il vostro orologio, non utilizzarlo su percorsi dissestati a bordo di moto, allarmarsi in caso di rumorosità anomala: una vite rotta o svitata in movimento all’interno del meccanismo potrebbe causare gravi danni. Per quanto riguarda i bracciali, verificare ad occhio che le viti siano in sede. Nel caso si sentisse passando i polpastrelli sui bordi che qualcuna sporgesse, recarsi in un laboratorio per farla stringere: non sono rari i casi in cui non accorgendosi di una vite lenta il bracciale si sia aperto facendo cadere l’orologio in terra. È bene, poi, tenere sotto controllo le viti che serrano il fondello. Se si perdono, dal forellino può insinuarsi polvere o peggio acqua che a lungo andare, come ben noto, possono creare danni. Per concludere, da ora in avanti sarà bene tenere in buona considerazione le piccole viti.

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