Vianney Halter – Deep Space Resonance Prototype

Deep Space Resonance Prototype
Deep Space Resonance Prototype

Vianney Halter, orologiaio parigino indipendente che ha collaborato con brand del calibro di Breguet, Audemars Piguet ed Harry Winston, nel 2013 presenta quello che fino a pochi mesi fa era considerato il suo modello più rappresentativo, il Deep Space Tourbillon, orologio che nello stesso anno trionfa nella categoria “Design & Innovation” al GPHG di Ginevra. Il design si ispira alla base spaziale Deep Space 9 di Star Trek, e sul quadrante il protagonista assoluto è il dispositivo tourbillon su 3 assi, che compie una rotazione completa ogni 30 minuti attorno al primo asse, ogni 6 minuti attorno al secondo e ogni minuto attorno al terzo, al di sotto di un ampio vetro zaffiro a cupola. Recentemente, Halter ha presentato una reinterpretazione di questo modello: il Deep Space Resonance Prototype, che abbina due bilancieri, sfruttando così il fenomeno della risonanza per autoregolarli. L’idea gli venne in mente già nel 1996. Il progetto venne poi accantonato fino al 2016, quando uscì la notizia della rilevazione, da parte di un team di ricercatori internazionali, delle onde gravitazionali prodotte dalla collisione di due buchi neri. Come accennato, la base di partenza è stata il Deep Space Tourbillon e ragionando sulle quattro dimensioni che compongono il tessuto dell’universo (deformato e modellato dalle onde gravitazionali) Vianney Halter ha deciso che gli oscillatori risonanti sarebbero stati posti al centro del Deep Space Tourbillon Resonance. Lavorando al progetto per tutto il 2020, il maestro orologiaio francese ha mantenuto la cassa da 46 mm in titanio, verificando che la sincronizzazione acustica funzionasse correttamente una volta indossato l’orologio al polso. Ogni parte del movimento è decorata e rifinita a mano e la struttura del tourbillon su tre assi è concepita con altrettante gabbie concentriche. La più interna, composta da 162 elementi, contiene i bilancieri e pesa solamente 0,6 grammi (compie una rotazione in 60 secondi.); la seconda gabbia ruota attorno al proprio asse orizzontale in 6 minuti ed è montata su quella esterna, che ruota sul proprio asse verticale in 30 minuti. L’intero sistema a 3 assi è composto da 371 elementi.
Il movimento del Deep Space Resonance Prototype è a carica manuale e ha una riserva di carica di 65 ore. Ed ecco l’elemento più interessante: i due bilancieri iniziano a risuonare non appena l’energia data dalla carica è sufficiente a metterli in moto e rimangono sincronizzati fino a quando tutto il meccanismo si ferma. I bilancieri (che oscillano a una frequenza di 21.600 alternanze/ora) inizialmente oscillano con una la frequenza variabile, indipendente l’uno dall’altro. Ma poco dopo che si sono messi in moto, ciascun bilanciere trasmette il proprio movimento al ponte condiviso. In questo modo, i due oscillatori si influenzano a vicenda ed entrano rapidamente in risonanza, oscillando stabilmente a una stessa frequenza. Ricordiamo che la versione qui visibile del Deep Space Resonance di Vianney Halter è ancora un prototipo, in particolare in riferimento al quadrante.

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