Tudor lancia il guanto di sfida a Omega

Tudor cresce e acquista sempre più un’identità indipendente da Rolex, tanto da esprimere una forte dichiarazione di intenti: il suo avversario predestinato è Omega.  Lo fa in una maniera spettacolare, presentando un modello che sfoggia sul quadrante – nientemeno – la dicitura Master Chronometer, 6 anni dopo il primo Omega (il Globemaster del 2015). E, sportivamente, ringraziando l’avversario per aver aperto le danze.

Omega è infatti stata la prima marca svizzera – e finora l’unica – a ottenere la certificazione del Metas e a poter apporre la dicitura Master Chronometer sui quadranti dei suoi orologi. Non solo. La Casa di Bienne ha investito fino ad estenderla a una larghissima fetta della produzione, tanto che perfino lo Speedmaster Moonwatch da quest’anno è Master Chronometer.

Ottenere la certificazione Metas non è semplice. Richiede specifiche rigorose per quanto riguarda la costruzione dell’orologio nella sua interezza. Le caratteristiche da rispettare sono: Swiss Made, movimento certificato Cosc, resistenza a campi magnetici di intensità fino a 15.000 Gauss, precisione cronometrica al polso (test analoghi a quelli Cosc sono eseguiti sull’orologio completo), costanza della precisione per tutta la durata della carica, impermeabilità della cassa.

L’esecuzione dei test è interamente responsabilità della Casa e richiede un investimento ingente per implementare un laboratorio Metas all’interno dell’azienda. L’Istituto Federale ha il controllo sulle specifiche del laboratorio ed esegue periodicamente dei test a campione, per verificare l’accuratezza dei controlli. Al contrario del Cosc, quindi, il Metas non dispone di sue strutture dove le marche inviano i movimenti (o gli orologi), ma, come con il Cosc, per ottenere la certificazione ogni singolo pezzo deve essere testato. E ciò avviene all’interno della fabbrica.

È facile pensare, quindi, che investire nella certificazione Master Chronometer per un solo orologio sia quantomeno antieconomico. È più ragionevole presumere che l’obiettivo di Tudor sia estendere test e certificazione, progressivamente, a tutta o quasi la produzione. Il dado è tratto. Come risponderà Omega?

Dody Giussani

it_IT