La stagione estiva è il periodo dell’anno più stressante per il nostro orologio. Per iniziare, le temperature sono più alte e quindi “lui” è più frequentemente soggetto a shock termici. Inoltre, è più facile che entri in contatto con l’acqua. Perciò, il mio consiglio è di indossare un modello progettato e costruito per resistere ad almeno 10 atmosfere di pressione (100 metri). Vi sembra troppo?
Entriamo nel dettaglio. Il dato di impermeabilità di un orologio non va letto solo in relazione alla profondità che può raggiungere in condizioni quasi statiche (ossia immergendosi in acqua “con le pinne, fucile ed occhiali”), perciò è più corretto parlare di resistenza alla pressione (atmosfere o bar), invece che di metri.
Quando l’orologio è allacciato al polso, può infatti essere soggetto a pressioni molto alte e concentrate, come nel caso in cui lo si ponga sotto al getto di un rubinetto per lavarlo dal sudore. La robustezza di un segnatempo in condizioni estreme è testata dal produttore durante il processo di omologazione, che precede la messa in produzione, con migliaia di test di resistenza agli urti, alle vibrazioni, agli shock termici e di tenuta all’acqua.
L’orologio che li supera tutti può andare in produzione e, da nuovo, garantisce di attraversare l’estate indenne. Ma se il vostro segnatempo ha già “qualche kilometro”, meglio farlo vedere da un centro assistenza prima di portarlo in vacanza.
Infine, consiglio di memorizzare quanto segue: per sguazzare in acqua, è più che sufficiente un segnatempo impermeabile fino a 5 atm (50 m); se invece fate nuotate un po’ più impegnative e immersioni in apnea, meglio un 10 atm (100 m); per immergervi con le bombole, meglio un subacqueo da almeno 20 o 30 atm (200 o 300 m). E non indossate nessun orologio, neanche il più robusto, quando eseguite dei tuffi, poiché l’impatto con l’acqua lo sottopone a una pressione molto elevata, a un forte urto e anche a uno shock termico: mix micidiale.
Dody Giussani