Ricevo l’ennesima testimonianza di un orologiaio riparatore in difficoltà e voglio renderla subito pubblica qui sul Blog, sperando di invogliare anche altri rappresentanti del settore a partecipare al dibattito che L’OROLOGIO sta portando avanti da alcuni mesi a questa parte.
Invito anche gli acquirenti di orologi a dire la loro. Perché la libertà di scegliere a chi affidare in riparazione i propri segnatempo dovrebbe essere un tema sentito soprattutto da loro. Libertà di scegliere l’artigiano o il centro assistenza che ci dà più fiducia e, soprattutto, quanto pagare.
Di seguito, la lettera del Sig. Rodolfo Saviola.
“Egregio Signor Direttore,
son Rodolfo Saviola orologiaio in Milano, ho 52 anni e sin da bambino mi sono occupato di orologi.
Ho letto con piacere la lettera del collega sig. Doni, che ringrazio congiuntamente a Lei per avere “rotto il ghiaccio” su questo importante problema.
Questa incresciosa situazione fa sì che il nostro lavoro venga svolto nella migliore delle ipotesi in un clima di ansia e incertezza, due cose completamente contrarie a quanto occorrerebbe ad un orologiaio; può, infatti, capitare di dovere sostituire un pezzo non stimato prima, e allora sono guai. Anche una semplice vite o una molletta persa ti possono bloccare il lavoro o addirittura impedirti di portarlo a termine, con conseguente perdita di incasso e a volte anche del cliente stesso.
Mi è già capitato di dovere dire a clienti che ho servito per decenni di non potere più accedere ai ricambi per i loro orologi e di rivolgersi ai concessionari ufficiali, con notevole disappunto da parte loro.
Sinceramente ho anche pensato di “mollare il colpo”, ma alla mia età cosa faccio?
È incredibile che le ditte, alle quali viene richiesto per scritto il ricambio, ignorino l’ordine senza alcuna risposta scritta; forse per non esporsi ad azioni legali.
Considerando inoltre il discorso fiscale (le tasse vanno pagate), dovrebbe esserci anche la legge che obblighi a forniri i ricambi in modo da poter lavorare.
Nella speranza che qualcuno si senta tirato in causa e ci aiuti in questa battaglia, saluto e ringrazio.
Rodolfo Saviola – Milano”