Il cronografo a carica manuale Patek Philippe è l’orologio con cui tutti i costruttori di orologi d’alta gamma, volenti o nolenti, devono fare i conti. Dal 1998 il riferimento era naturalmente la Ref. 5070, cronografo manuale equipaggiato dallo storico calibro 27-70, su base Nouvelle Lémania. Oggi, il 5070 va in pensione. Ovvero, esce di catalogo, per fare spazio al nuovo riferimento dell’alta orologeria: la Ref. 5170, dotata del primo movimento cronografico a carica manuale interamente progettato, sviluppato e fabbricato nella manifattura Patek Philippe. L’OROLOGIO lo presenta in anteprima sul numero 186, fra pochi giorni in edicola. Un nuovo cronografo Patek Philippe è un avvenimento nel mondo orologiero. E un nuovo cronografo Patek Philippe con il primo movimento crono interamente di manifattura della Casa, calibro CH 29-535 PS, lo è ancora di più. I milioni di appassionati che nei decenni si sono commossi davanti alla bellezza dei calibri cronografici a carica manuale della Casa ginevrina, rielaborati sulla base del glorioso Nouvelle Lémania 2310, non resteranno delusi. Del resto, il CH 29-535 PS è già noto a chi ci segue con regolarità, pubblicato sul numero 184 de L’OROLOGIO (inserito nel modello Ladies First Chronograph). Era quindi prevedibile che al lancio di un modello per signora equipaggiato dall’inedito calibro di manifattura seguisse inevitabilmente la versione maschile. Restava da capire dove la Casa avrebbe preso l’ispirazione per la linea del suo nuovo cronografo classico (non dimentichiamo che Patek ha in catalogo anche un cronografo automatico di manifattura, nella cassa del Nautilus, oltre al crono calendario annuale Ref. 5960, sempre automatico). Ovvero, da dove sarebbe partita per reinventare se stessa. Fedele ai propri principi di continuità e tradizione, Patek Philippe non poteva scegliere altra musa ispiratrice che la Ref. 130: la madre di tutti i cronografi moderni, nata nel 1934 e rimasta in produzione fino agli anni ’40. Una scelta coerente sia con la Casa e la sua storia, quindi, ma anche con il momento di mercato che stiamo vivendo, in cui siamo giustamente attratti più volentieri da orologi dalle linee classiche e tradizionali, che trasmettano il valore intrinseco dell’oggetto. E di valore qui ce ne è a profusione, a cominciare dalla storia, passando per il design e finendo con la tecnica, che analizziamo diffusamente nella rubrica Esempi di Tecnica, ancora sul prossimo numero 186. Il seguito, in edicola fra pochi giorni.