Ho letto recentemente un editoriale che parlava di sogno, riferendosi a quegli orologi talmente irraggiungibili che molti (ma non tutti) possono solo sognarli. Questo mi ha dato da pensare, perché non credo che i segnatempo accessibili a un pubblico più ampio non possano essere “sognabili”. Anzi. Il loro merito è quello di emozionare le tante persone che li indossano al polso.
Il 28 novembre abbiamo consegnato il nostro premio Orologio dell’Anno ai 12 vincitori nelle altrettante categorie in cui è articolata la competizione.
La più competitiva è quella del “Rapporto Qualità/Prezzo”, in cui gareggiano orologi di fascia media. Quest’anno il riconoscimento, assegnato dai lettori che votano online sul sito orologioblog.net, è andato al Venezianico Redentore Ultrablack. Un orologio che, per 500 euro, offre un quadrante nero assoluto (pur non usando la costosa e più pregiata tecnologia dei nanotubi di carbonio) e un movimento automatico Seiko.
Nella stessa categoria gareggiava Wyler Vetta, di cui ammiro i cronografi Jumbostar, ispirati a un modello degli anni ’60 con movimento Landeron.
Altro orologio “bello e possibile” che mi emoziona è il Mido Decompression Timer, con calibro da 80 ore di riserva di carica. E l’Hamilton Ventura, l’orologio di Elvis, oltre che il primo segnatempo elettrico.
Non solo grandi marche. Chi segue la nostra rubrica Microbrand ha imparato a conoscere piccole realtà che a prezzi contenuti propongono orologi interessanti. Non da meno, molti di questi sono frutto di giovani aziende italiane.
Nel mio limitato elenco non possono naturalmente dimenticare Seiko e Citizen: qualità giapponese ed orologi iconci a un prezzo decisamente accessibile anche nella gamma meccanica.
Non limitiamoci a sognare, quindi. Ma studiamo quello che offre il mercato, perché anche spendendo molto meno di 2.500 euro si possono scegliere orologi originali, con una storia e un design di tutto rispetto.