Torniamo con la nostra newsletter settimanale, dopo un inizio di stagione intenso, segnato dalla Geneva Watch Week di fine agosto – dove si segnala il nuovo Bulgari Finissimo CarbonGold, che nel nome ricorda un best seller della Casa, il Bulgari Bulgari total black con dettagli in oro del 1993 – e il VO’Clock Privé di settembre, che ci ha visto protagonisti insieme ad altri colleghi della stampa e del digital, per proporre un ampio e vario panel di contenuti agli appassionati.
Ma il vero protagonista delle conversazioni orologiere di questo mese è lo Swatch X Blancpain Bioceramic Scuba Fifty Fathoms, che ricalca l’operazione MoonSwatch, stavolta in collaborazione con la Casa che nel 1953 ha fissato gli standard dei moderni orologi subacquei.
Se era prevedibile, dopo i primi teaser, che la collaborazione fra le due Case dello Swatch Group avrebbe riguardato il Fifty Fathoms, difficilmente si poteva indovinare la configurazione dell’orologio, che ha generato la stessa emozione del MoonSwatch.
Curiosamente, a distanza di giorni dal lancio, ho notato che rimangono dei dubbi nel pubblico. Meglio chiarirli. Prima di tutto, ricordiamo lo Swatch X Blancpain non è un Blancpain, naturalmente, ma uno Swatch che omaggia un prodotto iconico della marca di Le Brassus.
Realizzato in bioceramica (leggera, inscalfibile e immutabile nel colore), impermeabile a 91 metri (50 fathoms), monta un movimento meccanico, con buona pace di chi temeva che si sarebbe contraddetto il motto “Dal 1735 non è mai esistito un Blancpain al quarzo. E non esisterà mai”.
Il calibro meccanico automatico è il Sistem 51, rivoluzionario movimento Swatch realizzato con un totale di appena 51 componenti, che formano cinque moduli separati uniti tra loro in un unico corpo, fissato al centro da una sola vite. Unico neo: l’orologio non è riparabile. Ma, ricordiamolo ancora: è uno Swatch, non un Blancpain.
