Quei piccoli dettagli…

“Il Tonda GT ha dato un tono di freschezza alla marca, sta andando molto bene e per me è un ottimo punto di partenza. Ha un look un po’ più sportiveggiante, non un tecnico, è un orologio comodo da indossare e penso che sia un telaio che può supportare una collezione intera. Con qualche piccola correzione, che vedrete più avanti”, ci raccontava ad aprile Guido Terreni, che da gennaio 2021 ha preso le redini della Parmigiani Fleurier.
Siamo a giugno, e possiamo già ammirare il primo risultato dell’impronta che Terreni intende dare alla marca: un nuovo Tondagraph GT dal quadrante più moderno e sportivo, in linea con la tendenza attuale a riproporre i contatori a contrasto. Pochi accorgimenti grafici sono stati sufficienti a dare una personalità tutta nuova a un orologio, altrimenti identico a se stesso.
È l’ennesima prova di come dettagli minimi abbiano un enorme peso in orologeria, con buona pace di chi schernisce gli appassionati quando discutono per ore del colore di una scritta sul quadrante. Dettagli attorno a cui nasce e si sviluppa il design di un orologio, fra gli oggetti più complessi da immaginare e realizzare in maniera originale, non conformista eppure di successo. Non è un caso che di famosi industrial designer che si siano cimentati nel progetto di un orologio se ne contino molto pochi. E con prodotti che difficilmente hanno incontrato il gusto del mercato. Mentre nell’industria orologiera finalmente stanno acquistando spazio e visibilità coloro che danno forma all’estetica dei segnatempo.
I designer, un tempo personalità invisibili o del tutto inesistenti, oggi sono coinvolti perfino nel disegno dei movimenti meccanici. Non dal punto di vista funzionale, ma puramente architettonico. Perché la cura e la bellezza, in un oggetto di pregio, hanno il dovere di spingersi oltre, anche dove l’occhio non arriva.

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