Con un occhio alle origini e uno al futuro, i primi Swatch in plastica non inquinante sono una realtà e la sostituzione dei packaging di vecchio tipo con quelli in materiale biodegradabile è in corso. In confronto ai volumi di sostanze inquinanti che ogni anno finiscono negli oceani e nell’atmosfera, l’impatto dell’industria dell’orologeria può sembrare trascurabile, ma nel complesso ha il suo peso. Ecco perché, anche in un’ottica di messaggio e di sensibilizzazione sul tema dell’inquinamento, i 12 nuovi Swatch e il pensionamento dello storico astuccio trasparente hanno un ruolo determinante. Anticipati dalla riedizione del “Don’t be too late” (best-seller del 1983) lanciata a gennaio, le prime sei referenze “bioreloaded” nella misura standard (34 mm di diametro) riprendono il design e i colori di altrettanti modelli iconici degli anni ’80. Il materiale biologico con cui sono costruiti deriva dai semi di ricino e al tatto è esattamente identico alla plastica tradizionale. Le cinque versioni con cassa da 41 mm hanno un total look colorato (nero, blu, o rosso), oppure richiamano, a loro volta il “Don’t be too late” con un’impostazione più attuale. Plastica “bioreloaded” anche per una versione del Sistem51. Se l’obiettivo dell’abbandono definitivo dei derivati del petrolio per tutti gli orologi in produzione è ancora lontano, l’abolizione dei packaging in plastica è già cominciata. Le nuove confezioni saranno infatti in PaperFoam, una miscela di fibre naturali e amido, biodegradabile e riciclabile insieme alla carta e nel giro pochi mesi verranno utilizzate per tutta la produzione. Al di là di mode e tendenze, il segreto del successo di Swatch è senza dubbio la capacità di captare lo spirito del tempo e di interpretarlo all’istante. Succede stabilmente dal 1983, anno di nascita del brand che divenne subito un fenomeno più complesso, trasformando l’industria del settore e il rapporto delle singole persone con l’oggetto orologio. La svolta green è l’inizio di una nuova fase, ma anche l’ennesima dimostrazione della capacità di Swatch di fondere istanze che provengono dall’ambiente socio-culturale, tecnologico e della moda con spirito innovativo e un pizzico di ironia.