“Piccolo dispositivo. Enorme cambiamento”. Non sono state scelte a caso le parole utilizzate da Omega per il teaser apparso in questi giorni online. Non può sfuggire, infatti, la similitudine con la celebre frase pronunciata da Neil Armstrong: “That’s one small step for a man, one giant leap for mankind.” (“Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l’umanità.”), già incisa sullo Speedmaster Apollo 11 50th Anniversary, che celebrava i 50 anni dell’allunaggio. E se non bastasse, aggiungiamo la presenza dell’hashtag #speedmaster sotto i post social, per concludere che due indizi fanno una prova: è in arrivo una novità tecnica sullo Speedmaster.
L’appuntamento è per il prossimo 26 gennaio, quando a Biel, presso la manifattura Omega, avrò il privilegio di scoprire dal vivo di cosa si tratta. Per ora, posso solo fare delle ipotesi, incrociando i pochi elementi messi a disposizione dalla Casa.
Uno è un rendering di una molla a spirale, cioè quell’elemento che costituisce il cuore del movimento meccanico e che sullo Speedmaster è attualmente realizzato in silicio, materiale antimagnetico che contribuisce alla certificazione Master Chronometer dei calibri Omega.
Un altro è un video, in cui appaiono tre indizi: il disegno di una struttura a nido d’ape, una punta di lancetta e il numero 10.
Ora, sebbene il 10 mi faccia immediatamente pensare a Totti, dubito che Omega stia lasciando intendere che dedicherà uno Speedmaster al Capitano (“Un Capitano, c’è solo Un Capitano!”).
Pensandoci meglio, la mente torna al lancio dello Speedmaster Chrono Chime con movimento da 5 Hz, in grado di apprezzare il decimo di secondo, annunciato lo scorso 26 ottobre (esattamente 3 mesi prima del 26 gennaio). Abbinato alla punta di lancetta, il numero 10 fa ipotizzare l’implementazione della lettura precisa del decimo di secondo sul quadrante, ancora assente sullo Speedmaster Chrono Chime.
Ma è la struttura a nido d’ape, a mio avviso, la vera chiave di volta del mistero e l’indizio più attinente al “Tiny Device”. Questa geometria è tipica della nanostruttura di numerosi materiali di ultima generazione, dal più classico carbonio a composti polimerici di vario tipo. Qui la speculazione si fa complicata. È evidente che si parla di spirale, ma non credo che Omega voglia rimpiazzare il già sperimentato e performante silicio con un altro materiale, per quanto innovativo, a meno che non presenti un vantaggio irrinunciabile.
Il problema ultimo delle spirali in silicio è l’impossibilità di variare la loro curva finale, per rendere le loro dilatazioni più simmetriche possibili. La soluzione adottata ad oggi è quelle di dotare il segmento finale della molla spirale di un disegno particolare, che però resta non più modificabile dopo l’assemblaggio. Potrebbe, il nuovo dispositivo di Omega, rispondere all’esigenza di una regolazione aggiuntiva della curva terminale della spirale?“E a cosa serve?”, domanderanno alcuni. A migliorare ulteriormente la precisione dell’orologio. Più simmetriche sono le dilatazioni e le contrazioni della spirale e più precisa è l’indicazione del tempo. Precisione che è fondamentale in un cronografo che misuri il decimo di secondo. Forse, infine, il “Tiny Device” non è la spirale in sé, ma un elemento aggiuntivo, che vada a rispondere proprio a questa esigenza?
Insomma, sono quasi sicura di avere male interpretato gli indizi. E, a dispetto di tutto, spero fino all’ultimo in uno Speedmaster dedicato a Francesco Totti.
Staremo a vedere.