Un assaggio della rivista in edicola

L’Orologio 299, per non cambiare, è un numero particolarmente ricco di notizie, nuovi modelli, spunti di riflessione e opinioni. A proposito di queste ultime, interessanti sono quelle espresse da Edouard Meylan, Ceo di Moser & Cie., nell’intervista che pubblichiamo e di cui vi regalo due passaggi. Attenzione, sono parole pronunciate da uno che quando gli chiedi “Qual è il suo sogno per il futuro della marca?”, ti risponde: Continuare a fare qualcosa di rilevante per questa industria.

Racconta Meylan: Quando abbiamo realizzato il Frankenstein Watch e l’orologio 100% Swiss Made con la cassa di formaggio, eravamo infuriati. Il messaggio voleva essere: “Smettete di fare solo marketing, lavorate davvero sul prodotto, lavorate con le aziende svizzere” e credo che siamo stati i primi a dirlo. Siamo stati criticati al tempo, anche da chi oggi promuove gli stessi temi. Ma va bene così. Ora, la pandemia ha bloccato molte marche, che hanno difficoltà ad approvvigionarsi dalle fabbriche in Cina.

Ancora più importante, secondo Meylan (e non è il solo) l’indotto svizzero possiede la forza di competere con le aziende cinesi: Noi Svizzeri siamo bravi a ottimizzare la produzione, abbiamo un’industria di macchine utensili di altissima qualità e possiamo automatizzare laproduzione così come in Cina. Anche se lì i salari sono molto più bassi, a un certo punto la tecnologia e l’ottimizzazione dell’efficienza pesano di più. (…) Credo che la Svizzera possa diventare addirittura più competitiva di quanto sia oggi, considerato che i grandi fornitori già offrono gli stessi prezzi dell’industria cinese, ma con una qualità più alta.

Sono argomenti che pesano sul futuro dell’orologeria svizzera, un settore per prosperare ha il dovere di sostenere i produttori locali di componentistica, fornendogli volumi adeguati. Perché dietro il marchio Swiss Made è giusto che continui ad esserci un’intera industria, viva e attiva nel cuore dell’Europa.

 

Dody Giussani

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