Solo grandi marche; unicamente indipendenti; purché sia originale; solo orologi con bracciale; con diametro inferiore a 39 mm… Ogni appassionato e collezionista ha le sue preferenze, ma la più radicale è quella che distingue l’amante del vintage da quello del nuovo. Non che non esista una sovrapposizione, anzi. Però quando la scelta è dettata dalla passione, difficilmente si cambia idea.
Razionalmente parlando, dalla parte del nuovo pesa la sicurezza di acquistare un orologio perfettamente funzionante, coperto da una garanzia che molte Case stanno estendendo fino a 6 oppure 8 anni.
Il vintage offre invece una certa stabilità del valore nel tempo (quando non è oggetto di speculazione). Ma genera insicurezza in alcuni, sempre dubbiosi sull’originalità e sullo stato di conservazione del pezzo, anche quando per “vintage” in realtà si intende “secondo polso”.
Alla tranquillità dell’acquirente vengono incontro le offerte dell’usato garantito dal produttore. L’esempio più recente è quello di Rolex, con il programma Certified Pre-Owned, ma non è il solo. Concettualmente originale è l’iniziativa Zenith Icon, volta a rintracciare orologi vintage della Casa con caratteristiche ben definite e giunta al secondo atto.
Dopo i modelli El Primero a partire dal ‘69, tocca a The Space Age, con la ricerca di modelli dal design spaziale in pieno stile anni Settanta, selezionati, restaurati e certificati dall’Heritage Department della manifattura. Un approccio pensato per gli amanti del vintage più autentico.
La determinazione della Casa a valorizzare la propria storia si legge anche in un’iniziativa come quella che i soci de L’Orologio Club hanno potuto scoprire la scorsa settimana, con l’inaugurazione di un corner che è un piccolo museo Zenith, a Milano, all’interno dell’Orologeria Sangalli dal 1900. È il primo shop in shop dove non si può acquistare nulla, ma solo arricchire la propria cultura orologiera.
Dody Giussani