La manifattura Breitling

Nel 1892 l’orologiaio Léon Breitling, dopo aver iniziato in un piccolo laboratorio a Saint-Imier e concentrando tutta la sua attenzione sui cronografi, riuscì ad espandere la sua attività aprendo uno stabilimento a La Chaux-de-Fonds. Ed è proprio lì che esattamente venti anni fa Breitling ha deciso di tenere fede al suo impegno per la qualità e la precisione. Il risultato è la Breitling Chronométrie, dal 2001 cuore del savoir-faire e dell’innovazione dell’azienda. Un edificio modernissimo che, sia dentro che fuori, riesce a combinare in armonia tradizione e innovazione, forma e funzione. “Con il complesso Breitling Chronométrie disponiamo di un impianto di produzione ad altissime prestazioni”, si legge nei documenti dell’azienda, “che ci consente di mantenere il controllo di tutte le operazioni, dalla lavorazione dei pezzi di movimento fino alle regolazioni finali”. Compresa l’aria che si respira. E non per modo di dire. Visto che le prestazioni di un orologio dipendono anche dalla qualità dell’aria che c’è nei locali in cui viene incassato, Breitling utilizza un sofisticato sistema che permette di regolare il tasso di umidità e la temperatura di ogni ambiente. Così, per evitare che gli orologi presentino della condensa quando vengono trasferiti in uno spazio più freddo, la temperatura dei locali destinati all’incassatura è compresa tra 20 e 23 °C, il tasso di umidità relativa resta costantemente sotto il 50% e l’aria viene rinnovata interamente sei volte all’ora. Un sistema di filtraggio, inoltre, elimina tutte le polveri che potrebbero incrostare i movimenti. Tecnologia al primo posto, dunque? Sicuramente sì, ma anche tanta attenzione all’ambiente, visto che l’azienda è da anni impegnata a favore della sostenibilità sia all’interno della manifattura che sostenendo i progetti di diverse organizzazioni.

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