Il 26 e 27 settembre, dopo quasi due anni di pausa dovuta alle restrizioni imposte dalla situazione pandemica, nove soci de L’Orologio Club hanno avuto l’opportunità di varcare la soglia della manifattura Roger Dubuis di Meyrin, vicino Ginevra. È in questo sito, dove il brand ha trasferito la sua produzione nel 2001, appena sei anni dopo la fondazione, che hanno approfondito la conoscenza della Maison visitandone i laboratori e affidandosi alle spiegazioni dei tecnici che sono sempre il modo migliore per conoscere un marchio. Andare “dietro le quinte” permette infatti di fare un salto di qualità nella comprensione dell’orologeria. “L’esperienza reale ha messo ulteriormente in risalto la caratterizzazione di questo giovane marchio, incentrata sull’audacia stilistica e sul superamento dei limiti tecnici, nel rispetto della tradizione manifatturiera ginevrina”, è stato il commento di uno degli ospiti. L’altissima abilità artigianale e i macchinari allo stato dell’arte sono sicuramente fondamentali, ma secondo Gregory Bruttin, Product Strategy Director e responsabile di tutte le scelte stilistiche e tecniche della Casa, è la mentalità a fare la differenza: “A noi piace giocare con le regole e con i materiali, la sfida è realizzare un prodotto sorprendente con un vero contenuto orologiero e andare incontro ai bisogni dei clienti”. Come con l’Excalibur Cobalt Blue, che incarna questa mentalità e segna il ritorno nel catalogo Roger Dubuis del cromo-cobalto, un materiale ideale per l’orologeria, resistente alle sollecitazioni e insensibile ai campi magnetici, veri nemici della precisione. Il suo uso anche nel movimento apre la strada per infinite applicazioni, e rende questo pezzo di alta orologeria il precursore una piccola rivoluzione tecnica. Su questo e molto altro hanno potuto confrontarsi i soci del Club, per i quali la visita si è rivelata un’esperienza entusiasmante grazie proprio all’incontro con le persone e al prezioso scambio di opinioni fra creatori e collezionisti.